Interessante e proficuo incontro degli studenti di alcune classi dell’istituto con il Soroptimist International Club sezione di Reggio Calabria, rappresentato dalla Presidente Olga Spanò e dalla neuropsichiatra Giovanna Campolo, che hanno discusso con i presenti su come prevenire la violenza sulle donne.
Il 25 novembre è trascorso solo da alcuni giorni, ma sulla problematica della violenza contro le donne, che ormai ha assunto dimensioni planetarie, non bisogna abbassare la guardia. Anzi, occorre continuare a dialogare con i giovani, sperando che l’acquisizione di una maggiore consapevolezza, possa far evitare loro di compiere scelte sbagliate. Read the sign è il titolo del progetto proposto dal Club service, finalizzato a mettere in guardia le donne dai pericoli di una relazione tossica e di un amore “malato”. Molto interessante l’approccio che il Soroptimist Club ha voluto dare all’iniziativa. Una serie di slides contenente i segnali di pericolo che potrebbero celarsi all’interno di una relazione amorosa, sono stati proposti in italiano e in inglese, dando così la possibilità agli studenti, di approfondire la tematica in modo creativo e personale. Gli studenti hanno elaborato alcuni power point che hanno trattato in maniera originale l’argomento della violenza di genere. Con i loro contributi i giovani sono stati i veri protagonisti della iniziativa, dimostrando di avere un’ottima capacità di sintesi e una notevole padronanza della lingua inglese. Così dopo i saluti introduttivi della Dirigente Scolastica Teresa Marino, che ha esortato i giovani presenti al rispetto della dignità di ciascuno e posto l’accento sulla bellezza del dono dell’amore, sublime sentimento che occorre proteggere e custodire, Giovanna Campolo, dall’alto della sua lunga esperienza di neuropsichiatra infantile, rispondendo alle domande di alcuni studenti, ha analizzato le dinamiche che si instaurano nei rapporti tra uomo e donna nella società contemporanea, condizionati inevitabilmente dalla pressione dei media e di modelli culturali non sempre adeguati. Occorre ripristinare una “alfabetizzazione emozionale” poiché l’uomo non è più capace di dare spazio alle proprie emozioni, fagocitato da un sistema che non gli permette di comprendere appieno quali sono i comportamenti sbagliati, spesso dettati dalle credenze, dalle mode e dagli stili di vita dominanti.
Una mattinata di scuola attiva e partecipata che ha dato agli studenti presenti, la possibilità di riflettere sul ruolo che occupano nella società, indipendentemente dal genere di appartenenza. Donne e uomini che non sono in competizione, ma che fanno parte di un tutto che li vede condividere scelte, sentimenti ed emozioni.