È in forza dell’articolo 78 del Codice di Procedura Civile che il Tribunale di Roma ha nominato l’avvocato Raffaele Cappiello curatore speciale del Grande Oriente d’Italia, storica e influente istituzione massonica. Ma, per comprendere la portata di tale decisione, è bene volgere lo sguardo ai mesi che precedono il 27 di novembre, giorno in cui la sentenza è stata resa pubblica.
Il 3 marzo 2024 il Grande Oriente d’Italia, la principale obbedienza libero-muratoria d’Italia, con oltre 23mila iscritti, ha eletto il nuovo Gran Maestro. O meglio, avrebbe eletto, giacchè secondo il Goi a risultar vittorioso sarebbe Antonio Seminario, a detta del Tribunale di Roma (ordinanza con la quale il giudice Maurizio Manzi ha accolto il ricorso di 12 fratelli di Messina, seguiti dall’avvocato Lorenzo Borrè, sospendendo l’efficacia degli atti che hanno condotto alla proclamazione di Seminario come vincitore delle elezioni del 3 marzo), l’eletto sarebbe Leo Taroni.
Passano i mesi e una sentenza del tribunale dà ragione a Taroni, ma ciò non gli consente tuttavia di insediarsi al vertice del Goi dove, provvisoriamente resta l’ex Gran Maestro Stefano Bisi, non più rieleggibile essendo giunto al massimo dei mandati consentiti, pur in una posizione giuridicamente molto precaria, tanto che tutti gli atti da lui firmati sono stati congelati.
E ieri, il colpo di scena: le polemiche e le manovre non si fermano e si arriva alla decisione del giudice che insedia a Villa Medici del Vascello il curatore speciale, tra le cui incombenze ce n’è una davvero particolare.
L’avvocato Cappiello, d’ora in poi unico rappresentante legale del Goi, dovrà costituirsi in giudizio a nome dell’istituzione massonica nella causa civile che vede lo stesso Goi contro la lista a sostegno di Taroni autrice della richiesta di annullamento delle elezioni del marzo scorso.
E Cappiello – figura di spicco nel panorama giuridico italiano, componente dell’Arbitro Bancario Finanziario del Collegio di Roma, ruolo cruciale nella risoluzione delle controversie tra clienti e istituti di credito – potrà perfino nominare un amministratore giudiziario, come richiesto ancora una volta al Tribunale con una lettera dei legali della Lista Taroni datata 26 novembre, che “fino a quando non sarà risolta la vicenda elettorale con l’individuazione finale del nominativo del Gran Maestro regolarmente eletto a seguito di pronuncia giudiziale cui il Goi dovrà inevitabilmente e finalmente sottomettersi, anche per proprio dettato costituzionale interno, sino ad ora disatteso, provveda alla gestione ordinaria e straordinaria sia del funzionamento amministrativo del Goi (quello esoterico è riservato alle singole logge), sia del più che considerevole patrimonio mobiliare ed immobiliare dello stesso anche per il tramite della Fondazione e della interamente collegata società Urbs srl”.
Insomma, da ieri, il maglietto, il martelletto con cui si aprono i lavori iniziatici, è nelle mani del Cappiello, che massone non è.
E, tra carte bollate, cappucci e sentenze, di certo, a quest’ora, tanti si staranno chiedendo se non è opportuno modificare il sistema di voto, visto che originario motivo del contendere fu quel talloncino antifrode dimenticato su ben 245 schede, 139 delle quali a favore di Taroni. La commissione elettorale aveva annullato quelle schede, proclamando vincitore Seminario. Il tribunale, invece, sostenendo che “l’errore consistito nell’inserire nell’urna la scheda senza rimuovere il talloncino antifrode non è ascrivibile all’elettore, ma all’ufficio elettorale che avrebbe dovuto rimuoverlo una volta presa in consegna la scheda all’esito della espressione del diritto di voto” considerava illeggittimo l’annullamento di quei voti, sospendeva l’efficacia delle delibere adottate dalla Commissione per annullare le schede votate e attribuiva il numero definitivo di voti alle liste. Non avendo più valore quelle decisioni, il giudice sospendeva pure l’efficacia dell’atto di proclamazione di Seminario come nuovo Grande Maestro e degli altri massoni del suo schieramento eletti al vertice del Goi.
Pertanto, galeotto fu il talloncino e chi lo dimenticò lì.
E, ovviamente, non finisce mica qui! Tant’è che i legali del Goi, presenti ieri in udienza, si sono opposti alla nomina del curatore speciale: il giudice, però, ha ribadito la decisione, spiegando loro che erano «neutri», ovvero privi di titolo per chiedere od opporsi.
Infine, ieri sera il Goi, “in persona del suo Gran Maestro Stefano Bisi” ha diramato un comunicato, “reso necessario in quanto la Nostra Comunione è stata indotta in errore dalla pubblicazione di notizie errate secondo le quali il GOI sarebbe stato commissariato ovvero posto in stato di amministrazione giudiziaria”, per annunciare che “il Tribunale di Roma – nel giudizio di reclamo cautelare proposto dalla lista n. 1 avverso l’ordinanza del 14 agosto 2024 (che aveva rigettato le istanze cautelari) nel quale il GOI era già costituito con l’allora Gran Maestro Antonio Seminario – vista la ordinanza cautelare del 28 ottobre 2024 che, come noto, ha sospeso la proclamazione del predetto Gran Maestro, ha nominato un curatore speciale ai soli fini della costituzione in quel giudizio”.
Se si trattasse di un film si potrebbe intitolare “Fratelli coltelli”...