Elena Tebano, sul Corriere della Sera, traccia un bellissimo profilo di Daniela Cavallo dal titolo: “La donna più potente della Volkswagen parla calabrese”.
Sono riprese alcune dichiarazioni che la Cavallo ha rilasciato al settimanale tedesco Zeit. Scrive la Tebano: “È la rivendicazione orgogliosa di un’appartenenza sociale oltre che nazionale. Perché Cavallo, che da aprile è la nuova presidente del consiglio di fabbrica del Gruppo Volkswagen (l’organismo che rappresenta gli oltre 600 mila dipendenti della società in tutto il mondo e in virtù del sistema dualistico con cui viene governata l’azienda contribuisce a sceglierne i vertici), lo ha imparato dai genitori, immigrati per lavorare dalla Calabria a Wolfsburg, dove ha sede la Volkswagen e dove lei è venuta al mondo 46 anni fa. A loro deve anche la sua cittadinanza che, nonostante sia nata e cresciuta in Germania, è ancora e soltanto italiana (alla Zeit spiega che la procedura per aggiungervi quella tedesca è da poco in corso). La sua ascesa ai vertici dell’azienda è dunque iniziata dal grado zero, quello del padre e della madre, operai immigrati. «I miei genitori hanno sempre parlato molto di cosa significasse per loro venire in Germania da un piccolo paese del sud Italia, per ricominciare qui, anche se prima o poi volevano tornare in Italia» racconta (alla fine non lo hanno fatto, perché patria è dove crescono i figli, e adesso «hanno tutta la loro vita qui in Germania. Wolfsburg è la nostra casa», dice Cavallo, usando la parola tedesca Heimat, che indica la patria come luogo degli affetti)”.