Le recenti elezioni amministrative in Calabria, e nel reggino in particolare, hanno visto l'affermazione di molte liste civiche.
Il fenomeno non è nuovo ma merita ancora qualche riflessione.
Nel contesto della Sinistra, ad esempio, molti giornalisti hanno toccato i "nervi scoperti" della presenza/assenza, evidenziando l'eclissi del simbolo PD.
Questa "critica" della stampa libera va affrontata con serietà, deve alimentare il dibattito!
Se è vero, infatti, che i tecnicismi legati alla presentazione della 'lista unitaria" nell'ambito, ad esempio, dei comuni sotto i 15.000 abitanti, spinge per aggregazioni plurali e civiche, è pur vero che "politicamente" l'appeal delle sigle di Partito - anche a Destra per altro - va misurato con un rinnovato impegno diffuso e senza bandiere.
Va comunque respinto, a mio parere, un eccesso di semplicismo che indugia e auspica strumentalmente la c.d. crisi irreversibile dei Partiti.
Bisogna giungere - di contro - all'analisi di una complessità più ricca.
Il voto a favore delle "civiche" è stato inteso come affermazione dei "residenti", dei cittadini comuni senza ulteriori qualificazioni.
E i "residenti", in effetti, sono stati davvero lo scatto decisivo per queste liste davvero "deideologizzate", per un'offerta elettorale propriamente legata al territorio e alle tante problematiche concrete e stringenti; oggi più che in passato, evidentemente.
È emersa sempre di più, quindi, la forza di una Società Civile che si è assunta un ruolo "diretto" cui, però, a ben vedere, non si può contrapporre una presunta, mistificante e autoassolutoria "inciviltà" dei Partiti (che sempre da cittadini sono formati e sempre nella Società si muovono).
"Società" che questi Partiti, in vero, hanno il compito di intercettare e di affiancare sempre di più, sempre meglio.
Le analisi mediatiche più tranchant, invece, ci propongono la retorica di una distopia da rigettare:
quella dove i Partiti sono irrilevanti, se non addirittura pericolosi e nella quale l'art. 49 della Costituzione - definitivamente tradito - diviene un rottame del passato.
Per fortuna non è così... E vale la pena ancora lottare!
Perchè proprio l'esperienza, nei nostri territori, di un nuovo protagonismo organizzato e simbiotico di "cittadinanza attiva", dimostra che i Circoli, le Sezioni, le Aggregazioni politiche servono, eccome!
Non sostituiscono, ne' oscurano, ne' bypassano la "Società dei Residenti": La "servono" nel senso Democratico più alto, realizzando - in collaborazione - la politica tanto nazionale quanto locale.
Se i Partiti, infatti, spalancano le loro sedi al "nuovo", magari sparigliando i vecchi assetti, abbandonando sicurezze incancrenite, ciò è un bene che non annulla l'appartenenza ideale ma la "depura" nel senso della passione emergente, della competenza tecnica e del pluralismo.
Tutto ciò non può che arricchire - ed in parte è già avvenuto in queste ultime elezioni - le Comunità e le formazioni partitiche, superando la sterile contrapposizione tra "casta" e "cittadini", dando nuovo slancio alla partecipazione politica, consentendo una più efficace osmosi tra "residenti", militanti e rappresentanti nelle Istituzioni.
D'altra parte, ed è giusto ricordarlo, i bravi Sindaci di tante Città della complessa provincia italiana non possono essere solo bravi tecnici e onesti cittadini (pur essendo queste ultime due precondizioni essenziali nel quadro "complesso" in cui ci troviamo) ma debbono essere davvero anche Politici decisi, capaci di dialogo, visione, prospettiva, elaborazione ideale, confronto con tutti i livelli istituzionali. A Villa San Giovanni, ad esempio, Giusy Caminiti - per sue doti naturali - riassume su di sé entrambe queste doti necessarie.
Di queste caratteristiche, proprie ormai dell'Amministratore efficace, sembrano averne preso atto - da tempo - le personalità politiche più accorte, le Forze Politiche più aperte socialmente che oggi affiancano le esperienze elettorali dirette dei Cittadini.
Di certo, nulla avviene senza contraccolpi... Ogni fase che si apre porta criticità feconde e complesse.
Occorre avere la capacità di distinguere, però, tra le parti in gioco, separare chi ora salta sul carro e chi ha contribuito a costruirlo.
Occorre aiutare i Partiti ad esercitare a pieno il loro ruolo di mediazione, compensazione, di collegamento.
Nessuno si salva da solo... Anche i "residenti", infatti, anche l'apparente spontaneismo dei Singoli stanchi della "delega" onnicomprensiva, hanno bisogno dei "vicini" e della solidarietà di amici e compagni di strada.
Mi pare che lo abbia ben detto il Segretario PD della CM di Reggio, Antonio Morabito:
Siamo oggi con gli amministratori che si affermano vittoriosi contro le Destre come siamo stati ieri vicini ai candidati delle Liste di ispirazione riformatrice.
In fondo - sempre concentrando l'analisi sul mondo Progressista - ciò che è in gioco sono i valori propri del Centrosinistra: quel voler coniugare Libertà e Giustizia che, anche nelle recenti elezioni, è emerso come obiettivo strategico (Politico) nell'impostazione di base di tante Liste Civiche in competizione, pur nel rispetto delle diverse provenienze e sfaccettature individuali.
I NERVI SCOPERTI, LA RIPARTENZA DELLA SINISTRA E IL SOGNO DISTOPICO DI UNA SOCIETA' SENZA PARTITI
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Politica