Fa specie verificare l'ennesimo limite violato dalla cattiva politica, l'uso strumentale di fatti e atti per lucrare un consenso popolare ormai smarrito. Quello che è in gioco è proprio questo: l'intorbidimento del dibattito pubblico, lo scadimento della demagogia, un deficit di offerta politica che si nutre del tentativo di squalificare l'avversario.
È ovvio che un tale progetto non può fondarsi davvero su elementi concreti perché è strutturato appositamente, costruito a tavolino per colpire, per compromettere il confronto democratico. E qui, davvero, la regolarità dei concorsi, i procedimenti di evidenza pubblica, la meritocrazia, c'entrano come i cavoli a merenda! Qui c'entra la rivincita, la riconquista delle posizioni perse che deve essere compiuta di sguincio, a prescindere dalle elezioni, attraverso la sollecitazione degli istinti più grossolani dei fruitori dei Social, attraverso la diffusione di "notizie" buone per scatenare la reazione verbale, stizzita, della "nostra gente" alle prese con le difficoltà quotidiane, della massa informe - e politicamente qualunquista - a caccia del nemico "facile", del cattivo "evidente", del Politico che "ruba" i posti di lavoro.
Ci hanno provato anche con il Sindaco Giuseppe Falcomatà (vi ricordate il Concorso a Milano?) ed in realtà, a ben vedere, hanno davvero in odio i concorsi, la Pubblica Amministrazione, chi si mette in gioco senza sotterfugi.
Chi guarda al proprio futuro a prescindere dalla Politica, chi non punta tutto sui giochi di Palazzo, chi osa andare oltre, magari partecipando ad un concorso per il domani, per la propria vita "dopo" l'impegno nelle Istituzioni, è solo un corrotto, un approfittatore, un "maneggione" che lucra e che abusa del proprio ruolo.
Meglio sarebbe - per tanti marginali destrorsi dell’alternativa “allo sbaraglio" - lasciare perdere studio e impegno per il "lavoro", meglio evitare le fatiche del costruirsi un futuro, ben consci come sono, purtroppo, dell'esempio non poco commendevole di chi ha campato sempre e solo di Politica e che alla Politica ancora agogna di ritornare, dopo tanti anni all'asciutto. Ora, la macchina del fango colpisce Irene Calabrò, e anche di lei diranno, ovviamente, che è vergognoso concorrere per un posto da funzionario amministrativo, che non è degno per un Politico in attività.
Ed oggi, invece, è proprio questo che dovrebbe fare, ad esempio, una giovane laureata in legge, in economia et similia, occupata - PRO TEMPORE - nella gestione della Cosa Pubblica: dovrebbe pensare a sé oltre la Politica!
Solo questo è garanzia di ricambio e sana alternanza. Perché non è giusto che il proprio futuro dipenda sempre e solo dal consenso elettorale. Non è più il tempo - per fortuna - dei professionisti di una Politica sine die, ma di questo le "Destre reggine" fanno finta di non accorgersene ed infatti - invece di occuparsi di una rinnovata classe dirigente "liberale" per il futuro - coltivano nostalgicamente il ritorno di questo o quel 'Campione' finalmente libero da impedimenti vari. Perché, quindi, un assessore non dovrebbe concorrere, al pari degli altri, per un posto di lavoro dignitoso nella PA? Purtroppo, è stata alzata la polvere del pregiudizio, del pettegolezzo, del dubbio, paventando un'illegalità inesistente, un "impiego al Comune" che non c’è, che non ha mai riguardato chi oggi viene gettata, senza colpe, nella gogna mediatica. Tanto è vero che ora, a distanza di qualche giorno dai primi schizzi di fango, i più accorti cianciano solo di "inopportunità". E cosa sarebbe inopportuno, partecipare all'ennesimo concorso pubblico?
Tali "lezioni" politiche possono davvero giungere con credibilità da membri/sodali/simpatizzanti dell'ex Centrodestra reggino (ormai in piena deriva estremista), dai soliti sfascisti nemici della rappresentanza e delle Istituzioni libere?
E le loro stesse povere carte fotocopiate, gli striminziti documenti stropicciati (chissà come saranno stati tronfi nell'agitarli a mo' di vessillo in questa o quella riunione "riservata") chiariscono bene ciò che è davvero accaduto: un concorso -"in altra PA" - che non è andato bene, un' idoneità non utile ad alcun scorrimento, il coraggio di una giovane professionista che ci mette la faccia, l'onore di una famiglia perbene vilipesa, il ruolo di una brava Amministratrice calpestato senza senso, la triste deriva di una Opposizione senza idee e cultura istituzionale, la clava mediatica del "giustizialismo" senza giustizia e verità, il timore reale per una "alternativa" di "governo" a Reggio che - proprio per queste espressioni tristi e per questi passi falsi - si palesa come inadeguata, davvero in fondo inconsapevole dei propri compiti e doveri di Civiltà.