Le liste LA STRADA e RIABITARE REGGIO lo hanno detto chiaro decidendo di sostenere in questo ultimo rush il Sindaco Falcomatà: il ballottaggio è un'elezione a parte, che esula dall'offerta politica partitica, dalla stessa appartenenza all’Amministrazione pro tempore, per rappresentare l’acme di un voto binario non indifferente.
A Reggio, questa dicotomia iperpolitica è così rappresentabile (dalla mia visione partigiana, ovviamente… ma esiste un approccio non partigiano alla politica che non sia piegato al mero interesse privato?): da una parte il centrosinistra, dall'altra il leghismo sovranista. Da una parte la Città e la sua autonomia, dall'altra l'autonomia differenziata del Nord.
E, bisogna dirlo, per il primo turno è stato il centrodestra cittadino a politicizzare all’estremo la competizione.
Dopo 6 anni di amministrazione Falcomatà, invece di strutturare una seria alternativa amministrativa, invece di proporre progetti concreti per la risoluzione delle tante problematiche - dalla spazzatura alla crisi idrica – incapaci di rappresentare un’offerta endogena e “reggina”, hanno preferito utilizzare Reggio come una pedina sul “tavolo” nazionale, barattandola a favore degli appetiti leghisti, sganciando la competizione, quindi, dai meriti e dai demeriti del Sindaco.
Il risultato? La dialettica è divenuta un crescendo di retoriche contrapposte, fino a svelare, in fine, le ragioni profonde della partita in corso: la fine del Centrodestra per come lo abbiamo conosciuto nel corso della lunga stagione berlusconiana.
La "Lega Salviniana", infatti, ha imboccato la strada e la simulazione “nazionale” (a tutto discapito delle forze centriste e del “polo moderato”) inquinando tutto il Paese con spot tipo: "prima i sardi", "prima i campani", "prima i siciliani" e financo "prima i calabresi".
Trasformati in "utili idioti", i cittadini, il popolo del Sud, è divenuto strumentale all'obiettivo di sempre: I DENARI E I SERVIZI AL NORD!
Parlare di "secessione" era divenuto allo stesso tempo eversivo e elitario, occorreva un progetto apparentemente più soft e "digeribile".
L'Autonomia Differenziata - a Costituzione inalterata - si è prestata bene allo scopo. Cosa significa? Per cosa lotta oggi la Lega?
- Introiti dei tributi direttamente nelle casse delle Regioni; 2. Cristallizzazione del concetto di "spesa storica" (chi ha gli asili e gli Ospedali bene, chi no va bene così); 3. Implementazione dell'emigrazione sanitaria Sud-Nord (miliardi di rimborsi a carico della Sanità calabrese, distruzione del tessuto di medicina territoriale e ospedaliera).
Per giungere allo scopo, per vincere le resistenze, si è dovuto lavorare anche sul Partito. La Lega Sovranista nasce fittiziamente come "cosa nuova" (anche grazie al contributo di molti eredi della stagione Scopellitiana in riva allo Stretto) e la "Lega Nord" - simulata dietro il paravento patriottico - è per ora occulta, in quiescenza, un “fantasma” pronto a ritornare a tormentare i vivi a risultato raggiunto.
A Reggio, ad esempio, per prendersi la Città come feudo e "medaglia", la simulazione in corso è arrivata al massimo dell'inganno: un candidato a Sindaco di Melito, da anni residente a Massa Carrara, sponsorizzato dagli amici “liguri” come Toti e il Sindaco di Genova (quelli del Porto in competizione con il nostro di Gioia Tauro), inviso – ma solo a parole - ai politici e alle clientele locali dei berluscones e degli eredi "ufficiali" dei Boia chi Molla.
Il Potere, però, è tale proprio quando taglia il Nodo di Gordio e coagula gli interessi decisivi: e così è bastata una telefonata dell’ex Cavaliere, qualche buona promessa "politica", e tutto è stato superato, anni di umiliazioni dimenticati:
I TERRONI SI SONO ARRESI, REGGIO ALLA LEGA!
È ovvio, e meno male, non tutte le ciambelle riescono con il buco: i limiti culturali e politici di Salvini (il Ministro del Papeete con l'istinto autodistruttivo), l'orgoglio del Popolo di Centrosinistra che si è compreso come unico argine alla deriva (s)fascista, l'ottimo lavoro fatto da Giuseppe Falcomatà sul bilancio e sull'azzeramento del debito, il ruolo del Ministro Gualtieri e del PD nazionale, la risposta eccezionale dei reggini - della Comunità - di fronte all'emergenza pandemica, con la guida sicura del Sindaco, hanno complicato le cose, hanno contribuito a svelare il trucco.
Ed ecco che, dopo la sconfitta di Salvini alle regionali e alle amministrative, la Lega è ritornata - nei fatti - Lega Nord, il doge Zaia traccia ora la linea: è pronto il ritorno all’autentico: "PRIMA IL NORD!"
In tale contesto nefasto e pericoloso, il secondo tempo per Giuseppe Falcomatà assume quindi le caratteristiche del "tempo nuovo" dopo, appunto, la risoluzione delle problematiche di bilancio e dopo la chiusura della triste stagione AVR.
Il ricominciare daccapo, il ritorno indietro, la riconquista del feudo perduto promesso dalle Destre (ormai non più del tutto autoctone, però) assomiglia, invece, ad un salto nel buio (non solo il “buio” leghista ma anche quello del 'modello', delle condanne per la gestione allegra delle casse comunali, dello scioglimento per mafia, del 'caso Fallara') e si spera tanto nella memoria corta degli elettori, nel riverbero contemporaneo di uno spirito antico – quello del servaggio, del culto di nuovi e vecchi Padroni – complice da sempre della nostra rovina.
Sapremo RESISTERE?