Cosa sta accadendo davvero all’economia russa
Considerazioni del giornalista Federico Giuliani a Money, un plurisettimanale online a tema economico e finanziario che annovera tra le sue figure redattori e analisti finanziari.
L’India e il Giappone stanno esplorando nuove modalità di collaborazione con Mosca, cercando di bilanciare le loro relazioni con l’Occidente e con la Russia.
Negli ultimi anni, la Russia ha vissuto una trasformazione economica significativa, un fenomeno che molti analisti chiamano «Putinomics». Questa nuova politica economica, orchestrata dal Presidente V. Putin, è in gran parte una risposta alle conseguenze della guerra in Ucraina. Sorprendentemente, nonostante le difficoltà legate al conflitto, la strategia sembra dare i suoi frutti.
Uno dei segni più evidenti del successo della Putinomics è l’aumento rapido dei salari reali. Questo fenomeno è in parte attribuibile alle condizioni molto dinamiche del mercato del lavoro russo. Inoltre, la disoccupazione è scesa al 2,8%, un minimo record per il periodo post-sovietico. Questa combinazione di crescita dei salari e bassa disoccupazione è un’indicazione chiara di un’economia che, contro ogni aspettativa, sta prosperando. A prima vista, potrebbe sembrare un controsenso che la Russia stia ottenendo vantaggi economici dal conflitto in Ucraina. Tuttavia, diversi fattori contribuiscono a questo apparente paradosso. Tra questi, i nuovi legami politici ed economici che Mosca ha stretto con paesi di primo piano. Questi nuovi alleati non solo aiutano a mitigare l’impatto delle sanzioni occidentali, ma offrono anche nuove opportunità di commercio e investimento….Giuliani allarga il campo del nodo con il ruolo e gli sviluppi economici e politici in Cina, India, Giappone e altre zone calde d’Oriente. Giuliani ha sottolineato come la Cina, in particolare, stia giocando un ruolo chiave nelle dinamiche economiche della Russia. I due paesi hanno rafforzato la loro cooperazione in settori cruciali come l’energia e la tecnologia, creando una sinergia che beneficia entrambe le economie. Analogamente, l’India e il Giappone stanno esplorando nuove modalità di collaborazione con Mosca, cercando di bilanciare le loro relazioni con l’Occidente e con la Russia.
La Putinomics spicca il volo: come è cambiato il modello economico della Russia
Federico Giuliani 03/07/2024 –
I salari reali stanno aumentando rapidamente grazie alle condizioni molto dinamiche del mercato del lavoro; di pari passo la disoccupazione è al 2,8%, al minimo record post-sovietico.
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha cambiato radicalmente l’economia della Russia. Non solo perché Mosca, in seguito all’operazione militare contro Kiev, è stata tagliata fuori dalle relazioni commerciali con l’Occidente (leggi: Europa), ma anche perché Vladimir Putin è stato costretto a trovare nuovi partner con i quali commerciare nel tentativo di annullare l’effetto delle sanzioni internazionali che hanno colpito a raffica il Cremlino… da money.it
Federico Giuliani è un giornalista italiano noto per il suo impegno nella copertura delle vicende asiatiche, l’approfondimento delle dinamiche geopolitiche e sociali che caratterizzano il continente asiatico. Da money.it
La Russia guadagna cifre da capogiro grazie al petrolio (nonostante le sanzioni)
Flavia Provenzani, 5 Luglio 2024
Nonostante le sanzioni dall’Occidente, il mercato petrolifero russo è immune alla crisi. E, anzi, continua a crescere a cifre da capogiro.
Le entrate della Russia provenienti dall’industria petrolifera sono aumentate di quasi il 50% a giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Secondo i dati del Ministero delle Finanze russo, le entrate legate al petrolio sono salite a 590,6 miliardi di rubli (circa 6,23 miliardi di euro) a giugno, rispetto ai 402,8 miliardi di rubli (circa 4,44 miliardi di euro) registrati nello stesso periodo dell’anno scorso, come riportato da Bloomberg.
In totale, i ricavi del petrolio e del gas sono aumentati del 41% arrivando a 746,6 miliardi di rubli (circa 7,87 miliardi di euro).
Come ha fatto la Russia ad aumentare le entrate dal petrolio?
Il forte incremento delle entrate dal petrolio è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del petrolio degli Urali, la miscela principale esportata dalla Russia, nonché all’indebolimento del rublo. Il Ministero delle Finanze russo ha calcolato le entrate di giugno sulla base di una quotazione del petrolio degli Urali di 67,37 dollari (62,38 euro) al barile, rispetto ai 53,50 dollari (circa 49,54 euro) al barile dell’anno precedente.
Nello stesso periodo, la valuta russa si è svalutata del 15%, fattore che ha contribuito a generare delle entrate più alte.
Putin azzera gli effetti delle sanzioni occidentali
Il petrolio greggio russo è stato quindi scambiato al di sopra del prezzo massimo di 60 dollari (55,55 euro), introdotto dai Paesi del G7. La misura aveva lo scopo di ridurre l’afflusso di petrodollari e limitare la capacità del Cremlino di finanziare la guerra contro l’Ucraina, pur mantenendo la presenza del petrolio russo sul mercato globale.
L’Occidente ha imposto anche altre restrizioni nel tentativo di colmare alcune lacune che la Russia aveva tempestivamente individuato e sfruttato.
Mosca, infatti, si era prontamente adattata alle restrizioni utilizzando una grande flotta-ombra di petroliere e reindirizzando le sue forniture di petrolio verso acquirenti non occidentali, collocati principalmente in Asia.
È tuttavia innegabile che le entrate russe dal petrolio sarebbero state più elevate a giugno di quest’anno se non fosse stato per gli enormi sussidi governativi che il Cremlino ha erogato alle raffinerie del Paese.
Secondo il ministero delle Finanze, il governo russo ha consegnato più di 158 miliardi di rubli (circa 1,66 miliardi di euro) ai produttori di carburante per sostenere le forniture nazionali di diesel e benzina. Da Money.it
A Giugno Gazprom ha esportato il 23% in più di gas in Europa rispetto lo scorso anno - Di Giuseppina Perlasca, 3 Luglio 2024
Nonostante il calo delle forniture via gasdotto il mese di giugno ha visto un consistente incremento
Il gigante russo del gas Gazprom ha spedito volumi di gas naturale via gasdotto in Europa superiori del 23% nel mese di giugno, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, secondo le stime di Reuters.
Le consegne di gas via gasdotto di Gazprom hanno raggiunto un volume medio giornaliero di 81,8 milioni di metri cubi (mcm) a giugno, rispetto ai 66,8 mcm del giugno dello scorso anno, secondo i calcoli di Reuters basati sui dati del gruppo europeo di trasporto del gas Entsog e sui rapporti giornalieri di Gazprom sul transito del gas attraverso l’Ucraina.
I volumi di esportazione di Gazprom nel mese di giugno 2024 sono diminuiti rispetto al volume giornaliero di 89,5 mcm di maggio, a causa della manutenzione di TurkStream all’inizio di giugno. Gazprom ha smesso di comunicare i dati di esportazione mensili all’inizio del 2023.
La Russia ha visto ridurre significativamente le sue esportazioni di gas verso l’Europa dopo il conflitto in Ucraina. Il calo maggiore delle consegne di gas di Gazprom è dovuto all’interruzione delle esportazioni di gas dai gasdotti russi verso quasi tutti i Paesi europei. Settimane dopo il febbraio 2022, la Russia ha interrotto le forniture a Polonia, Bulgaria e Finlandia.
Poi Gazprom ha iniziato a ridurre le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream verso la Germania nel giugno 2022, sostenendo l’impossibilità di effettuare la manutenzione delle turbine a gas al di fuori della Russia a causa delle sanzioni occidentali contro Mosca…Questo avveniva settimane prima del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream alla fine di settembre 2022, che ha chiuso definitivamente tutte le rotte del gas russo verso la Germania.
Prima della guerra in Ucraina, la Russia forniva circa un terzo di tutto il gas all’Europa. L’anno scorso, le esportazioni di gas in gasdotto di Gazprom verso l’Europa erano crollate del 55,6% rispetto al 2022. Da scenari economici
Dopo il forum di San Pietroburgo: l'economia russa prosegue la sua corsa a ostacoli di Maurizio Vezzosi , 01 Luglio 2024
Da San Pietroburgo l’inviato riferisce sui lavori del Forum economico internazionale da poco conclusosi. Se il tema di fondo è stato il multipolarismo e il ruolo dei BRICS+ in un nuovo ordine globale, sono emersi anche dati significativi, come il record delle relazioni commerciali tra Mosca e Pechino e la conferma della crescita dell’economia russa.
San Pietroburgo - Nella seconda capitale russa si sono chiusi i lavori del Forum economico internazionale di S.Pietroburgo. Imponenti le proporzioni dell'evento che, con notevoli misure di sicurezza, ha registrato la partecipazione di circa 18 mila visitatori.
Secondo Anton Kobyakov, segretario del comitato organizzatore del forum e consigliere presidenziale, nell'ambito dell'incontro si sono conclusi accordi per un valore complessivo che, senza contare gli accordi coperti da segreto commerciale, supera la soglia dei 6 trilioni di rubli (oltre 70 miliardi di dollari). Ampissimo lo spazio messo a disposizione delle grandi aziende russe, istituti di credito ed enti istituzionali: colossi come Gazprom, Alfabank, Sberbank, Rosatom, Lukoil, Rosneft e molti altri.
Durante i lavori del forum una spiccata centralità è stata attribuita ai temi legati al multipolarismo ed al ruolo globale dei BRICS+, considerando anche che nell'anno corrente Mosca presiede la coalizione e si prepara ad ospitarne il vertice a Kazan nel prossimo autunno. Immediatamente dopo la conclusione del forum di S.Pietroburgo si è svolto tra l'altro a Nizhny-Novgorod il vertice dei ministri degli esteri dei BRICS+.
Molto importante, a questo proposito, anche la partecipazione dell'ex presidente brasiliana Dilma Rouseff, che ha incontrato personalmente Vladimir Putin in veste di presidente della Banca dei BRICS+. Come è ben noto uno dei grandi temi al centro delle discussioni tra i governi dei paesi membri ed allo studio della Banca dei BRICS+ è quello della creazione di un sistema di pagamento alternativo a dollaro ed euro: una questione rispetto alla quale ognuno dei paesi membri, fondatori e non, si approccia con presupposti ed interessi distinti. Tra i principali aggreganti dei paesi membri c'è la volontà di privilegiare gli scambi nelle valute nazionali, rubli, yuan, rupie, eccetera, riducendo le transazione in euro e soprattutto in dollari. Intanto, in relazione all'ennesimo pacchetto di sanzioni adottato da Washington, la borsa di Mosca nei giorni scorsi ha cessato ogni operazione in euro ed in dollari: un fatto che pur aumentando le difficoltà non potrà che stimolare ulteriormente l'utilizzo del rublo nelle transazioni internazionali così come dello yuan cinese.
Da segnalare, nell'ambito dei lavori del forum di S.Pietroburgo, anche una folta presenza araba, iraniana, indiana, africana e latinoamericana: oltre a queste ha partecipato all'evento anche una delegazione del governo talebano, con cui Mosca da tempo dialoga e che si appresta ad escludere dalla lista delle organizzazioni terroristiche, e una di quello della Corea del nord, paese con il quale i rapporti si sono fatti più stretti soprattutto rispetto alle questioni militari dopo il 24 febbraio 2022. Le uniche realtà istituzionali di paesi NATO presenti al forum sono state quelle di Budapest ed Ankara, rappresentate dal ministro dell'energia turco Alparslan Bajraktar e dal ministro degli esteri ungherese Peter Sijarto: due presenze, quella turca ed ungherese, naturalmente riconducibili all'atteggiamento assunto dai due paesi ormai da oltre due anni a questa parte.
Tra gli esponenti del mondo industriale ed imprenditoriale italiano nella Federazione russa che hanno partecipato al forum di S.Pietroburgo ci sono alcune presenze ormai storiche, come quella di Antonio Fallico, ex amministratore delegato di Banca Intesa Russia e presidente dell'associazione “Conoscere Eurasia”, Vittorio Torrembini, presidente di GIM Unimpresa, associazione degli imprenditori italiani in Russia, Pierpaolo Lodigiani, attivo da decenni nel settore agricolo della Federazione russa: insieme a loro anche Carlo Spada, amministratore delegato di Edilsider, azienda specializzata negli allestimenti per attività produttive е di ricerca in contesti climatici estremi: quest'ultimo, in particolare, ha sottolineato le pesanti ricadute nelle attività dell'azienda che dirige, dal momento che queste si trovano ad essere completamente bloccate nella Federazione russa in relazione al sesto pacchetto sanzionatorio emesso dopo il 24 febbraio 2022.
Secondo Vittorio Torrembini le sanzioni nei confronti della Federazione Russa hanno determinato un danno complessivo all'economia italiana compreso tra i 10 ed i 15 miliardi di euro. Se ad aver lasciato la Federazione russa sono state circa un centinaio di aziende italiane, altre 350 circa vi sono rimaste attive. Tutte le realtà industriali italiane attive nella Federazione Russa lamentano serie difficoltà rispetto alle transazioni finanziarie: tra le principali da segnalare ci sono quelle legate ai pagamenti da e verso la Federazione Russa, con una frequente sovrapplicazione (overcomplaining) delle sanzioni rivolte verso Mosca da parte di molti istituti di credito: spesso le procedure di verifica vengono appesantite da controlli neppure richiesti dai regolamenti sanzionatori.
Lo stesso Vittorio Torrembini ha recentemente sottolineato i problemi spesso sollevati dai doganieri polacchi e lituani per le merci italiane regolarmente trasportate ed in transito verso la Federazione russa e come la Lituania negli ultimi tempi si sia curiosamente trasformata in un esportatore di vino. A proposito di vino, nonostante il calo dell'interscambio complessivo con Mosca nel 2023, l'Italia si è confermata, tra le altre cose, il principale esportatore di vino nella Federazione Russa, incalzata dalla Georgia, a poca distanza per quantitativi venduti…
Nelle numerose discussioni tra partecipanti russi e stranieri sono state confermate tutte le tendenze che hanno caratterizzato l'economia russa negli ultimi tempi, e soprattutto dal 24 febbraio 2022: i vettori asiatici ed il significativo ridimensionamento dei rapporti con l'Europa occidentale, Massiccia la presenza cinese, rappresentata dai colossi industriali, mediatici e finanziari di Pechino: una presenza, quella del Dragone, suggellata delle automobili HonqQi, vetture ufficiali del forum e sempre più diffuse nella Federazione russa, e dal drone-elicottero militare JZ-55 prodotto da Tsingaero armament esposto a pochi metri dall'entrata principale del centro congressi in cui il forum si è svolto. Nelle discussioni dedicate ai rapporti sino-russi è stato rilevato il massimo storico raggiunto dalle relazioni tra Mosca e Pechino: se nel 2013 l'interscambio tra Mosca e Pechino valeva circa 87 miliardi di dollari nel 2023, la cifra ha raggiunto, ormai quasi triplicando, la soglia di 240 miliardi di dollari.
Andamento del PIL in Russia
L'economia russa ha chiuso il 2022 con un calo del 2,1% , il 2023 con una crescita del 3,6% : per il 2024 il Fondo Monetario Internazionale nello scorso aprile ha rivisto al rialzo le aspettative di crescita del Pil russo portandole a +3,2% ed attestandone così la crescita come una tra le maggiori a livello mondiale. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale prevede per il 2025 un rallentamento dell'economia russa che tuttavia si chiuderebbe comunque l'anno in crescita con un +1,8%.
Una delle principali criticità dell'economia russa è rappresentata dalla carenza di manodopera: una congiuntura determinata sia dal numero di uomini impiegati, ed in parte persi, nello sforzo militare, sia dalla spinta economica innescata dalla produzione bellica e dalla situazione generale della demografia russa. Per avere una misura dei deficit di manodopera si può tenere presente che alcuni centri di ricerca russi hanno stimato la mancanza di manodopera nel 2023 in quasi 5 milioni di lavoratori. Un problema che il Cremlino sta cercando di mitigare stimolando l'arrivo di lavoratori da molte aree del mondo.
Tasso di disoccupazione in Russia
Oltre alla carenza di manodopera l'economia russa registra una rilevante tendenza inflattiva che la Banca Centrale ha cercato in ogni modo di contenere con l'innalzamento dei tassi, portando questi ultimi al 16%: un fenomeno congiunto a quello della crescita dei prezzi. La tenuta dell'economia russa ha comunque dimostrato, almeno fino ad oggi, una capacità di resistenza e di adattamento ben superiore a numerose aspettative: un fatto riconosciuto, tra l'altro, anche dal New York Times e dal Financial Times. Anche nelle forniture di gas verso l'Europa occidentale si ritrova una conferma di ciò, essendo la Federazione russa ritornata a maggio ad essere il principale fornitore di gas dell'Europa occidentale, scavalcando gli Stati Uniti.
Nel frattempo l'esito dell'insolita conferenza svoltasi in Svizzera ha confermato quale sia l' atteggiamento nei confronti della questione ucraina da parte del mondo arabo e di alcuni tra i paesi massimi dell'economia mondiale, come Brasile, India e Cina. Se il reale obiettivo del vertice di Buergenstock (Lucerna) era misurare il livello di appoggio alla linea oltranzista da parte di questi paesi, il suo risultato può difficilmente venire equivocato nella sostanza. In un'intervista concessa al settimanale svizzero tedesco Die Weltwoche, a poche ora dalla conclusione della conferenza di Buergenstock il presidente serbo Aleksander Vucic ha parlato riferendosi alla guerra in Ucraina di una situazione “sull'orlo dell'abisso” sottolineando l'urgenza di un cessate il fuoco e di una soluzione politica. A questo proposito, lo stesso ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba al termine dei lavori di Buergenstock ha in sostanza ammesso la necessità di condurre un negoziato reale con Mosca. Un negoziato che tuttavia non appare ancora prossimo nonostante la necessità impellente di ricostruire l'architettura di sicurezza europea e scongiurare uno scenario peggiore di quello odierno: per l'Ucraina e per tutta l'Europa. Da mondo economico.it
Maurizio Vezzosi, analista e reporter freelance. Collabora con RSI Televisione Svizzera, L’Espresso, Limes, l'Atlante geopolitico di Treccani e altre testate. Ha raccontato il conflitto ucraino dai territori insorti contro il governo di Kiev documentando la situazione sulla linea del fronte. Nel 2016 ha documentato le ripercussioni della crisi siriana sui fragili equilibri del Libano. Si occupa della radicalizzazione islamica nello spazio postsovietico, in particolare nel Caucaso settentrionale, in Uzbekistan e in Kirghizistan.
Notevole successo alle ultime Olimpiadi asiatiche di fisica: i liceali russi hanno vinto 6 medaglie d'oro
Le ultime Olimpiadi asiatiche della fisica svoltesi a Tokio, hanno avuto un successo incredibile per gli studenti del liceo russo. Sono riusciti a vincere sei medaglie d'oro. Un record assoluto
Sono diventati noti i risultati delle 23e Olimpiadi internazionali in fisica, a cui hanno partecipato studenti di licei della regione di Mosca. Gli studenti russi hanno vinto 6 medaglie d'oro contemporaneamente, il che è semplicemente un risultato incredibile.
Nella capitale giapponese hanno partecipato squadre provenienti da oltre 80 paesi. La Russia ha stabilito un record assoluto. Gli studenti russi sono risultati i migliori sia per risolvere problemi teorici, che nello svolgimento del lavoro di laboratorio. Il Ministro dell'Istruzione della FR, Sergey Kravtsov ha dichiarato che: “… la squadra russa ha dimostrato ancora una volta che il paese ha una formazione ingegneristica molto forte. Le medaglie d'oro che i ragazzi hanno meritato, sono il risultato della loro dedizione, alta motivazione e grande talento dei partecipanti e dei loro allenatori…”.
L'oro è stato preso da sei studenti Ly lyceum: Roman Burtsev, Daniil Gavrilov, Alexander Ershov, Alexey Dushanin, Vsevolod Dolya e Alessandro Ivshin. Tutti studiano al Phystech-lyceum Kapika di Mosca. I ragazzi, i loro insegnanti e i genitori hanno ringraziato il governatore della regione di Mosca, A. Vorobyov per l’attenzione e la cura degli studi. Mentre lui si è congratulato con gli studenti del liceo perchè vincendo sei medaglie d’oro, hanno ottenuto un risultato straordinario.
L'Olimpiade si svolge ogni anno tra gli scolari dei paesi della regione Asia-Pacifico ed è considerata una delle più difficili e prestigiose al mondo.
A Kazan, il primo premio del Sacro Corano dei paesi BRICS ha riunito i rappresentanti di 22 stati 29 luglio 2024
I migliori lettori del Corano provenienti da 22 paesi si sono riuniti a Kazan per partecipare all’assegnazione del Sacro Corano dei paesi BRICS, che si è tenuto dal 24 al 26 luglio. Il concorso, che si è tenuto per la prima volta nel 2024, dovrebbe poi essere annuale, ha detto il primo vice presidente del Consiglio del mufti di Russia Rushan Abbyasov in una conferenza stampa dedicata all’evento.
Il 26 luglio 2024, si è tenuta la cerimonia di chiusura del Premio del Sacro Corano dei paesi BRICS tenutasi nella capitale della Repubblica del Tatarstan, Kazan, con la partecipazione del Presidente dell’Amministrazione Spirituale dei Musulmani della Federazione Russa e del Consiglio dei Muftis della Russia, del Mufti Sheikh Ravil Gainutdin e degli onorati ospiti di alto rango. La cerimonia di apertura è stata fatta con una produzione teatrale, che racconta l’importanza di preservare i veri valori spirituali e morali e i significati profondi del Sacro Corano. Il fulcro della rappresentazione è stato fatto dai lettori del Sacro Corano, partecipanti al Premio.
Con l'assegnazione di premi e titoli ai vincitori, si è sottolineato che, per la prima volta nella storia, si è tenuto un concorso di lettori del Corano, partendo dai paesi BRICS. Ma che poi si è allargato anche a lettori di altri paesi e regioni che hanno voluto partecipare, arrivando ad una partecipazione di ben 22 paesi. In particolare dai paesi BRICS, dal mondo arabo-musulmano, dall’Africa e dalla CSI. Oltre a paesi come Cina e Brasile che non hanno mai partecipato ad eventi simili.
“…L’evento è un riflesso delle sempre più forti e amichevoli relazioni che uniscono i nostri paesi: la Federazione Russa e gli Emirati Arabi Uniti… I significati stabiliti in questo evento sono molto apprezzati e molto attenti. È attraverso la lettura dei versetti del Corano che il ricco potenziale dei valori spirituali e morali si rivela all’uomo…”, ha detto Khalifa Mubarak al-Zahir, rettore della più importante Università degli Emirati, nel suo discorso a tutti i partecipanti e spettatori della cerimonia.
La cerimonia si è conclusa con l’assegnazione dell’attestato ai migliori partecipanti al Premio del Sacro Corano. Un particolare premio, l’Ordine d’Onore dell’Al-Fahr è stato assegnato al Ministro dei Waqfs d’Egitto, il dottor Osama al-Azhari.
L’opinione della Commissione Giudicante del Sacro Corano ha distribuito i premi come segue: il lettore yemenita Amr Najib Mohammed Abdullah ha ottenuto il quarto posto. Il terzo posto è andato al lettore dall'Iran Hosseinjejad Montazeri Omida. Il lettore cieco egiziano, Mohamed Abdelkarim, Kamil Attiy ha ottenuto il secondo posto. All'età di cinque anni, iniziò a leggere il Corano e per un anno imparò a memoria il libro sacro, ciò diede al giovane grandi opportunità e vittorie in varie competizioni locali di lettori. Attualmente, Mohamed Abdelkariam insegna all'Università Al-Azhar e funge da imam Hatib per il Ministero del Waqfs d'Egitto.
Il primo posto andato al lettore del Bahrain, Mohamed Samir Mohamed Mohamed Magahed. Il vincitore ha ammesso che la decisione dei rispettati giudici è una grande ricompensa,sia per sé che per la sua famiglia e il suo paese, e ha notato l'alto livello degli altri partecipanti al Premio. Mohamed Samir ha iniziato a studiare il libro sacro all'età di sei anni, e si è laureato a diciotto anni. Ha partecipato a molti concorsi internazionali, tra cui il Moscow Qur'ans Readers Competition.
Questo evento internazionale unico e portatore di amicizia e fraternità tra i popoli, è stato organizzato dall'Amministrazione spirituale dei musulmani della Federazione Russa, dal Consiglio SGV Russia - mondo islamico e dall'Università di Lettere e Università di Lettere Mohammad bin Zayd (UAE) con il sostegno della Repubblica del Tatarstan.
“…Voglio sottolineare che si è trattato di una competizione unica, si tiene per la prima volta come competizione dell’organizzazione BRICS. L’idea è nata in Russia con il sostegno dell’Università di Lettere e Filosofia. Questa prima competizione si tiene qui a Kazan, perché l’idea è nata qui e perché volevamo che fosse il paese che presiede i BRICS attualmente, proponendo che continuerà questa storica tradizione…”, ha detto Mhohammed bin Zayd , presidente degli EAU.
Saratov Hafiz 23 anni di Saratov, ha rappresentato la Russia, già vincitore di vari concorsi di recitazione del Corano, insegnante della madrasa di Sheikh Said, Hafiz Yasir Dodarbekov. In precedenza, il giovane era stato il vincitore del concorso tutto russo dei recitatori del Corano.
Da SGV "Russia - mondo islamico" e TASS
In Islanda è stato commemorato il “Giorno della Marina russa” per i marinai sovietici dei convogli polari, che morirono durante la Grande Guerra Patriottica. Reykjavik, 30 luglio 2024
Il 28 luglio 2024, nel “Giorno della Marina di Russia”, l'abate della parrocchia di San Nicola Stavropegial del Patriarcato di Mosca a Reykjavik, l'arciprete Timoteo Zolotusky, insieme ai parrocchiani, ha fatto una funzione di ricordo per onorare la memoria dei marinai sovietici morti nel compimento del dovere militare, e patriottico. Nell’occasione erano presenti i dipendenti dell’ambasciata russa in Islanda, cittadini russi, i fedeli della parrocchia di Holy Nikolaevsky e cittadini da Georgia, Ucraina, Lettonia, Lituania ed Estonia.
Il memoriale, creato dal famoso scultore russo Vladimir Surovtsev, fu inaugurato nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario della Grande Vittoria su iniziativa dell’Ambasciatore russo in Islanda A.A. La composizione del memoriale è una statua di una giovane donna con uno lancia in mano, che scorta i marinai nei loro lunghi e pericolosi viaggi, con la speranza del loro ritorno sicuro. Ogni anno, il 9 maggio nel Giorno della Vittoria, il memoriale ospita la sfilata del "Nastro di San Giorgio” e la processione del Reggimento immortale in Islanda.
Padre Timoteo ha ricordato che nello stesso giorno la Chiesa ortodossa celebra anche il Giorno del Battesimo della Russia, raccontando anche la simbologia della bandiera navale di Sant'Andrea.
Tradizionalmente, in questo giorno, viene anche ricordato il comandante simbolo della flotta dell'Unione Sovietica, Nikolai Gerasimovich Kuznetsov, (24 luglio 1904 – 6 dicembre 1974). Grazie al suo talento organizzativo e strategico, è rimasto popolare perché riuscì a non perdere una sola nave nei primi giorni di guerra. Quest’anno, il 24 luglio ha segnato esattamente 120 anni dalla nascita di questo grande comandante della marina sovietica. In suo onore sono tuttora intitolate l' Accademia navale NG Kuznetsov e la portaerei russa Admiral Kuznetsov , nonché la classe di portaerei Kuznetsov .
La cerimonia si è svolta nei pressi del memoriale Nadezhda, che si trova nel cimitero cittadino di Fossvogur a Reykjavik. I partecipanti alla cerimonia hanno deposto una corona e fiori al monumento e hanno eseguito una preghiera funebre in slavo ecclesiastico.
Monumento " Nadezhda/Speranza"- Reykjavik
I parrocchiani hanno anche ricordato e onorato il marinaio sovietico Alexander Malley/Maleev, morto nell’ospedale islandese durante la guerra, che per molti anni rimase un mistero, poi svelato dal Ministero Esteri di Mosca nel 1976 con questo documento: “…Un'ispezione del Ministero della flotta marittima dell'URSS ha stabilito che durante la Grande Guerra Patriottica, il piroscafo Friedrich Engels della Compagnia di Navigazione dell'Estremo Oriente compì viaggi all'estero. I membri dell'equipaggio, il terzo ufficiale Kaminskaya D.A. e il marinaio Zarva L.T. riferirono che nell'autunno del 1942, in seguito ad un bombardamento del piroscafo, il cuoco della nave A. Maleev era stato ricoverato in un ospedale di Reykjavik e che, dopo un lungo trattamento,morì e fu sepolto lì.”.
Dipartimento dell'Ufficio consolare del Ministero degli affari esteri dell'URSS I.A. Vasiliev.
30 luglio 2024 - da patriarchia.ru e rus.is
La più famosa istituzione educativa teatrale porta il teatro russo in Africa
L'Istituto russo di arti teatrali (GITIS) ha ideato una collaborazione con il Centro internazionale per la ricerca e la documentazione delle tradizioni linguistiche africane (CERDOTOLA).
GITIS fornirà supporto per la formazione di personale teatrale nei paesi membri di CERDOTOLA che è già presente in 11 paesi africani, tra cui Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana (RCA), Ciad, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo (RD Congo), Gabon, Ruanda, Angola, Sao Tomé e Principe, ma si allargherà presto a Burkina Faso, Mali e Niger.
Grigory Zaslavsky, rettore di GITIS, ha condotto il primo incontro di lavoro con i rappresentanti di CERDOTOLA, che ha sede a Yaoundé in Camerun.
"…CERDOTOLA intende sviluppare l'educazione teatrale in Camerun e in altri paesi africani, nonché collaborare con GITIS per fornire assistenza metodologica nella formazione di attori, registi, coreografi e altri specialisti delle arti performative", ha affermato l'ufficio stampa di GITIS in una nota.
Le sessioni di formazione iniziale per gli studenti del master, guidate dagli istruttori del teatro russo, dovrebbero iniziare in Camerun nel gennaio 2025. I giovani aspiranti interessati a migliorare la propria preparazione nelle arti teatrali avranno l'opportunità di frequentare lezioni di recitazione, dizione scenica e movimento scenico. I partecipanti più promettenti saranno invitati a continuare i loro studi presso GITIS.
Le parti hanno inoltre concordato di tenere lezioni sulla storia del teatro russo, sulla storia delle belle arti e sulla storia del costume.
A ottobre, Grigory Zaslavsky ha annunciato una collaborazione con il Grand Theater di Dakar, Senegal. Le parti stanno lavorando alla messa in scena di opere del famoso drammaturgo russo Anton Chekhov adattate per il palcoscenico di Dakar con la partecipazione dell’équipe di produzione russa.
Da rt 30 luglio 2024